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Commenti Vangelo 11 marzo 2018 IV Quaresima

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11 Marzo, Quarta Domenica di Quaresima

Sul Monte Nebo, in Giordania, là dove Mosè poté abbracciare con lo sguardo tutta la terra promessa fino al mare e dove morì, senza potervi entrare, i pellegrini trovano, sul piazzale antistante la chiesa l'immagine di un serpente di rame. Esso richiama l'episodio in cui Mosè, fattosi un serpente di metallo fuso, aveva cacciato i serpenti velenosi che aggredivano il suo popolo. Oggi questa immagine ritorna nel vangelo di Giovanni che descrive l'incontro notturno tra Gesù e Nicodemo. Nicodemo è un dottore della legge, un notabile, potremmo dire simpatizzante nei confronti del rabbì Gesù, ma non osa recarsi apertamente da lui. E' un credente in ricerca. Lo raggiunge segretamente e con lui dialoga. Il discorso è, verosimilmente, iniziato da un po' ma il vangelo di oggi ce ne propone la parte finale. Nel colloquio con Nicodemo Gesù paragona il serpente innalzato nel deserto a se stesso, quando sarà innalzato sulla Croce e da lì scaturirà la salvezza per chi in lui crederà.
L'immagine misteriosa di un serpente diventa spiegazione di un evento incomprensibile: Gesù che dal legno della croce ha il potere di attrarre tutti a sé. Il motore che fa funzionare questo meccanismo è l'amore di Dio per l'uomo e tuttavia occorre, da parte dell'uomo, la volontà personale: preferire la luce e rifiutare le tenebre è indispensabile per entrare nel progetto di Dio che salva.
Ne parliamo coi ragazzi.
Chi oggi parla con Gesù è Nicodemo, un personaggio in vista tra i sapienti di quel tempo. Nicodemo sente il desiderio di capire meglio chi sia questo Gesù, una persona affascinante, interessante, che dice cose nuove.
Nel vangelo di Giovanni, Nicodemo lo troviamo tre volte. Dopo l'incontro di cui abbiamo parlato, eccolo prendere le difese di Gesù nel bel mezzo di un'accesa discussione con i farisei che vogliono arrestare Gesù (siamo al cap.7 di Giovanni). Nicodemo è una persona onesta, che sa liberarsi dalle convenzioni e persegue la verità. Non accetta che un uomo possa essere condannato senza aver diritto a difendersi e a dimostrare la propria innocenza. E poi lo ritroviamo alla fine, dopo la morte di Gesù, quando con Giuseppe d'Arimatea, si reca coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù e dargli un'adeguata sepoltura. Mai più avrebbero immaginato cosa sarebbe successo il terzo giorno.
Intorno a Gesù ruotano tanti personaggi. In primo piano troviamo sua madre, presente nel suo silenzio carico di presagi, poi con l'inizio della vita pubblica, gli apostoli, gli amici, i miracolati, i convertiti, ma sullo sfondo ci sono personaggi minori e tuttavia interessanti. Maria e Marta, accoglienti con Gesù fino all'ultimo. Il cireneo, che porta la croce per lui. Il ladrone pentito, il centurione. Nicodemo, colla sua sete di sapere. Se fossimo a teatro, diremmo che sono tutte comparse. Nel cammino della fede non ci sono comparse. Dunque, anche noi possiamo ritenerci davvero protagonisti di una storia unica, personale, cara al Signore.

Paola Radif
pubblicato su Il Cittadino (Diocesi di Genova) del 11 marzo 2018

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