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Brunetto Salvarani De Judaeis (prefazione di Paolo De Benedetti)

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Piccola teologia cristiana di Israele

IL LIBRO
Il libro, che già dal titolo latino si pone in antitesi ai tradizionali trattati cristiani adversus Judaeos (contro gli ebrei), esce in occasione dei 50 anni della dichiarazione del concilio Vaticano II Nostra aetate (28/10/1965 – 28/10/2015), con la quale la chiesa cattolica ha riaperto, dopo diciannove secoli, il dialogo con il popolo ebraico, a lungo giudicato da essa perfido e deicida. 
Vengono perciò presentati i sette temi cruciali nel dialogo fra cristiani ed ebrei: 1) Israele, il popolo scelto da Dio; 2) Le Scritture ebraiche; 3) Gesù di Nazaret, Yehoshua ben Yosef; 4) L’antigiudaismo cristiano; 5) La Shoà; 6) Lo Stato d’Israele. 7) La memoria, il futuro
In appendice: Intervista a Pierre Lenhardt
Alla fine di ogni capitolo, si traccia un sintetico Promemoria per le comunità cristiane, affinché questo dialogo passi dalle intenzioni alla pratica vissuta.

In uscita il 7 settembre 2015

La prefazione di Paolo De Benedetti
Dio aveva bisogno di un tu, e questo tu Dio lo crea riflettendo su se stesso.
Tutti i popoli hanno sentito nella loro storia, o cultura, il bisogno di una o più divinità.
Ma non è così altrettanto evidente che la divinità abbia bisogno della creatura. E tuttavia non esiste, in nessuna religione, l’idea che questo reciproco bisogno sia, in certo senso, non solo la prova, ma la necessità per l’esistenza di Dio stesso.
Si tratta, dell’uomo e di tutto il creato, come di uno specchio di Dio: infatti Dio ha bisogno di specchiarsi per scoprire in se stesso l’identità delle tre realtà che fanno uscire il mondo dal nulla: l’Io, il Tu e il Creato.
Come si è accennato, il Creato è il Tu di Dio, e ciò significa non solo che il Creato abbia bisogno di Dio (idea assolutamente universale), ma che Dio abbia bisogno del Creato inteso come Tu e come specchio.
In sostanza, sia nella realtà materiale e umana, sia nella realtà divina è fondamentale il rapporto come parola, come vittoria (sia umana sia divina) sulla solitudine. Per questo una definizione ebraica di Dio è forse la più profonda di tutte: Dio è “colui che ascolta il grido”. Ciò che, in certo senso, ci autorizza, ci spinge a “gridare a Lui”.
Non dimentichiamo che questo fu anche il grido di Gesù nella passione, cioè di un figlio al padre muto: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Matteo 27, 46; Marco 15, 34).
Senza ebraismo il cristianesimo non avrebbe fondamento. Questa non è una scelta degli uomini ma una scelta di Dio, che ha sentito il bisogno non solo di capire gli uomini e salvarli, ma in primo luogo di identificarsi con essi nell’amore e nel dolore per essere un Dio paterno e non un Dio re.
Naturalmente questa teologia presuppone che tutta la tradizione biblica, ebraica e cristiana, sia un unico percorso, anche se non tutti i camminatori riescono a compierlo interamente.
Ma è un percorso difficile anche per Dio, che non può guidarci senza versare il proprio sangue. Ecco perché il cristianesimo implica non solo un totale coinvolgimento di Dio, ma anche il suo dolore, il suo bisogno di aiuto, la sua esperienza della morte, la sua impossibilità di vincerla subito. Infatti ciò che noi leggiamo nella vita di Gesù è il suo bisogno di essere uomo e proprio per questo, essendo un uomo ebreo, il rapporto ebraismo-cristianesimo, incarnato in lui, deve essere vitale nella cultura e nella coscienza di tutti i cristiani.
Perciò questo libro di Brunetto Salvarani crea un ponte indispensabile a tutti coloro che osano chiedere a Dio: “Dove sei?”.
Una domanda che merita la risposta divina: “Eccomi!”, e che il lettore di queste pagine è da esse aiutato a vivere.


Teologo, giornalista e scrittore, dirige il mensile di educazione interculturale CEM Mondialità e il periodico del dialogo cristiano-ebraico QOL. È docente di Missiologia e Teologia del dialogo presso la Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna di Bologna e gli Istituti di studi teologici di Modena e Rimini.
È stato a lungo responsabile del Centro Studi Religiosi della Fondazione San Carlo di Modena, fa parte del comitato editoriale della trasmissione di RAI 2 Protestantesimo ed è presidente dell’Associazione italiana degli Amici di Nevè Shalom – Waahat as-Salaam.
Da molti anni collabora con Settimana, ed ha fatto parte della redazione de Il Regno.
Fra i suoi libri più recenti: Il dialogo è finito? (EDB 2012), Gli ebrei cristiani, di Renzo Fabris, a sua cura (Qiqajon 2011), Bibbia cultura scuola (Claudiana 2011, con A. Tosolini), Il fattore R (EMI 2012), Un cantiere senza progetto (EMI 2012, con P. Naso), Passi nella Bibbia (Marietti scuola 2012), Dio, tu e le rose (Il Margine 2013, con O. Semellini), La fragilità di Dio. Contrappunti teologici sul terremoto (a sua cura, EDB 2013) e Non possiamo non dirci ecumenici (Gabrielli editori 2014).


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