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Cinema e Spiritualità: The Eichmann Show

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 "Cinema e Spiritualità" 
"Lo scopo dell'arte consiste ... nell'arare e nel rendere soffice l'anima [dell'uomo] in modo che sia atta a rivolgersi al bene" (A.Tarkovskij)

Questo mese viene recensito il film "The Eichmann Show" di Paul Andrew Williams (Portsmouth, 15 ottobre 1973).


Il film mostra agli spettatori di oggi il processo a Adolf Eichmann trasmesso nel 1961 in trenta paesi fra i quali la Francia, gli Stati Uniti, l’Australia, il Canada.
Sono passati più di cinquant’anni. Sono ormai pochi quelli che hanno potuto vederlo allora. Nel 2015 si sarebbe potuto mandare in onda il filmato così com’era. Tuttavia il film ha un impatto più forte e intenso. Ha la capacità di immergere lo spettatore nella situazione del processo, nella ricerca sulla natura del male compiuta dal regista Leo Hurwitz. Soprattutto mette il pubblico del film di fronte alle testimonianze delle vittime sopravissute.  


Leggi la recensione completa di Simonetta Salvestroni



Simonetta Salvestroni insegna Storia e Critica del Cinema presso la Facoltà di Lingue dell’Università di Cagliari. Da molti anni si occupa dei linguaggi dell’arte. A partire dal 1979 ha lavorato col semiologo russo Jurij Lotman. Ha curato, tradotto e introdotto i volumi Testo e contesto (Laterza 1980) e La semiosfera (Marsilio 1985) e ha scritto numerosi articoli su Lotman, Bachtin, la semiotica russa sulle riviste «Strumenti critici», «Intersezioni», «Alfabeta». Ha pubblicato nel 2000 il volume Dostoevskij e la Bibbia (Qiqajon), che è uscito anche in russo e nel 2004 in francese. Nel 2005 ha pubblicato il libro Il cinema di Tarkovskij e la tradizione russa (Qiqajon) e nel 2007 la sua traduzione russa, Il cinema di Dreyer e la spiritualità del Nord-Europa” ( Marsilio, Venezia 2011) e “Il cinema di Werner Herzog e la Germania (Archetipo libri, Bologna 2013).
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