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27 gennaio: giornata della memoria

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La Grazia a caro prezzo
Bose, 27 gennaio 2014

L’espressione “il prezzo della grazia” può sorprendere. La grazia è gratuita per definizione, non costa nulla, e questa è appunto la grande affermazione della Riforma: siamo salvati per grazia, e non per le nostre opere.
Non possiamo fare nulla per la nostra salvezza, se non accettarla e accoglierla nella fede. La salvezza non è qualcosa che si possa acquisire, comprare o guadagnare: ci viene proposta dall’amore infinito di Dio, dunque è un dono gratuito, che si può accettare o rifiutare.
Di conseguenza, Bonhoeffer imbocca la direzione opposta rispetto alla tradizione luterana, alla quale appartiene. Fa osservare che si è a tal punto posto l’accento sulla salvezza per grazia da dimenticarne il caro prezzo: non le opere che bisognerebbe fare per essere salvati, ma quelle che dobbiamo fare proprio in quanto siamo stati salvati; ci siamo addormentati sulla certezza della nostra salvezza e abbiamo trascurato l’obbedienza a Dio, la sequela di Cristo; a forza di discettare sulla grazia abbiamo finito per non vivere più da discepoli.
Ed è con questi argomenti che Bonhoeffer spiega le derive della chiesa protestante tedesca, che ha accolto Hitler come l’uomo della provvidenza inviato da Dio, e ha vissuto il suo avvento come un’epifania …
La grazia a buon mercato è la grazia che ci è data di per sé, senza bisogno che cambi qualcosa nel nostro modo di vivere, anzi, quando cerchiamo di conformarci il più possibile al mondo. In altri termini, la grazia a buon mercato è giustificazione del peccato, ma non del peccatore penitente, che si stacca dal peccato e si converte. È “grazia senza sequela, grazia senza croce, grazia senza Gesù Cristo vivo, incarnato”.
In forte polemica con questa concezione al ribasso della grazia, Bonhoeffer ricorda il prezzo della grazia, che normalmente si dimentica: la grazia a caro prezzo è l’obbedienza ai comandamenti di Dio, e la via che ci porta a divenire discepoli alla sequela di Cristo.
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